opera collettiva
L'orizzonte cresce con l'età della sabbia e delle rose
la riva arsa come pelle che profuma di Malvasia.
In alto, bianche cicogne sorvolano gli altipiani.
La fatica si stempera nel sole
come sospesa in un cielo di cobalto.
Mentre il rosso esplode al confine del cielo
recami i baci che il vento disperse
 
Ne avrei avuto di tempo per perderlo, quel treno
in questo pianeta che sa di fiore che muore,
in dialogo, ogni incontro ho cucito
passaggi e mappe per un altro approdo.
Altrimenti nulla avrebbe senso.
Riluce la nota stanca di gesti incompiuti
c’è chi ascolta la sera chiuso nel respiro
d’un tremito le palpebre socchiude.
Il verso muore sotto il sole estivo
nelle note nostalgiche di un vecchio solco in vinile,
l'assenza dondola nella notte
nuvole offuscano la vista
la polvere copre le cose
e pur nota la fine
insieme nel rogo l’anima vola.
Nessuno ha mai pensato al lievito del pane.
 
 Chiedilo al ciliegio tutto a ricci di tulle bianco
dove è andato il suono delle parole che non ricordo.
Volando tra le rime della suggestione
una treccia di capelli può tessere le ali dell'infinito.
Su strade illuminate soltanto da occhi di cielo
quando le stelle sembravano diamanti
nel clamore del silenzio cercherò il mio pensiero
e i ricordi distanti… interminabili spazi.
Era gioia la vita, era attesa di lieto domani
e la paura era metamorfosi d'ansie e timori.
L’ebbrezza di un’idea negli oceani vasti del pensiero
una presenza senza nostalgie.
Dimensioni cosi lontane in poche spanne.
 
E il pensiero si lega al gesto, il segno al senso.
Si espande come un fiume alla foce
dove il gheppio scala gli alti cementi.
 
Tra rughe di un volto ormai vissuto
aperto alla speranza,
come decaduta Venere Callipigia
regalami il tempo.
Secondi, minuti, ore,
invisibili binari
in una sorta di tempo sospeso,
tracce di calde estati senza vento notturno,
con le calde controre estive e le nere bacche al sole.
Frammenti di memoria lontana dal cuore
colori di luce macinati in penombre di silenzi
di quei sogni dipinti da conchiglie
tra grappoli di glicine alla sera.
Un oblio senza sofferenze e un risveglio innocente.
 
Dinanzi alla sorte che cancella una meta
ho udito la vita
che si rinnova nel ritmo melodioso
di quell’acqua ballerina.
Le rose - lo sai - non invecchiano.
Noi, qui, nel nostro guscio di certezze
rubiamo precipizi per proseguire indenni
e neppure un foglietto buttato via.
Desiderio profondo dell’affermazione di sé.
Ululando a Selene promesse d’amore
tutto tace in questa notte di pensieri confusi.
è una lenta caduta degli dei
vegliano sullo stretto le Sibille.
 
 Muove il tempo ingannevole
un tepore di nuovo si appalesa
si riaccende la terra
emozioni vissute e mai scordate
ieri senza domani.
Pezzi di vita ripiegati 
miele d'api e farfalle in danza.
Fantasie e sogni vagabondi nella sera
antiche e nuove diaspore danzanti.
 
Vola il tempo, che giova a mitigar tutti i mali,
l’oro e l’argento, un ricordo lontano
fiore nato dalle ceneri della memoria
la quiete, il silenzio del mattino…
Come mormorio d’acque
nel silenzio riemergono
verso un nuovo cielo
nuovi petali  dalla corolla
la gioia intensa di un volo di uccelli
criniere garriscono nel vento tenace.
Risuona armonia, è nota d'autore.
Lo sguardo si perde tra gli infiniti pensieri
le curve del tempo delineano strade da percorrere,
le stelle non han più splendore
e il suono diventa stridio dentro un filo d’attimi
lungo  il percorso tortuoso della vita.
Nemmeno l'eco in riva a quel fiume.
Nelle cento stanze edificate dal tempo
le tazze hanno manici troppo bianchi.
Non c’è dolore a stringere l’anima.
Quando si prova un amore così grande
una celeste, immensa sinfonia
insieme al battito del cuore 
lo sguardo cattura ogni colore
come acqua in un miraggio.
 
Once upon a time, c’era una volta,
oltre quel tempo arrotolato
“un nome lungo e breve: giovinezza”.
 
Nei lunghi inverni dell’esistenza…
semel in anno licet insanire.
 
La luna disegnata col compasso,
lei ride se la cerchi dentro a un fosso.

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i 104 autori
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Opera collettiva a cura
di Anna Montella 

104 ​opere da cui ne scaturisce una sola 

L'Opera comprende, infatti,  i contributi (ovvero un verso per ogni opera selezionata) 
opportunamente mescolati tra loro per un risultato armonico,  dei 104 Autori selezionati  negli ambiti della VIII edizione 2016 del Premio Nazionale "La Luna e il Drago". 
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